Riesame e domiciliari, Marco Prato tenta di evitare il carcere
Domani la decisione del Tribunale del riesame se concedere i domiciliari al pr Marco Prato. Intanto il suo legale rassicura: «Prato risponderà al Pm»

Marco Prato non vuole finire in carcere in quanto, come afferma, non sarebbe lui il carnefice di Luca Varani e dunque ecco la richiesta di riesame con domanda di scontare ai domiciliari il fermo.
È questa l’ultima importante novità sul caso Luca Varani, il ragazzo ucciso a Roma nell’abitazione di Manuel Foffo nella notte fra il 3 e il 4 marzo scorsi.
Il 14 marzo scorso l’avvocato di Marco Prato, Pasquale Bartolo, aveva annunciato il deposito della richiesta di riesame presso il Tribunale per valutare l’opportunità di concedere i domiciliari a Prato, decisione che avverrà domani. La finalità dell’istanza era «conoscere gli atti dell’indagine, di cui al momento leggiamo sui giornali e dei quali non abbiamo disponibilità», aveva affermato l’avvocato Bartolo.

Il riesame probabilmente si basa, nell’ottica della richiesta di Prato, sulla convinzione di non essere l’assassino materiale di Luca Varani. «Manuel mi ha spinto a strangolarlo ‒ sono le ultime parole di Prato sul caso ‒, ma io non ce l’ho fatta. I colpi di coltello e di martello li ha sferrati lui». Affermazioni, quelle di Marco Prato, che precedono i silenzi perpetrati per due volte dinanzi ai Pm che indagano sulla morte di Varani.

Secondo l’avvocato Pasquale Bartolo il rifiuto di parlare si fonda su motivi specifici: «Il mio assistito non ha voluto rispondere per un motivo ben preciso: il Pm ha continuato a contestargli l’aggravante della premeditazione, nonostante il Gip l’avesse fatta cadere». Nonostante questo, «Prato risponderà al Pm ‒ ha assicurato l’avvocato Bartolo ‒ non appena gli verrà contestata l’imputazione così come è stata indicata dal Gip nell’ordinanza cautelare».
Quella del riesame e dei silenzi di Prato si presentano come due questioni controverse che non mancheranno di fare discutere, quanto meno per l’eventuale decisione di concedergli i domiciliari nonostante l’efferatezza del delitto compiuto.
Inoltre, nell’inchiesta sulla morte di Luca Varani ancora sussistono ombre e dettagli sconosciuti agli inquirenti. L’ultima è un giro di telefonate che sarebbe avvenuto dopo l’assassinio; non ultimi i sospetti su quante persone effettivamente abbiano visto Prato e Foffo negli istanti precedenti all’omicidio. Tutti nodi investigativi che sarà necessario sciogliere prima di concedere benefici a Prato. A differenza di quest’ultimo, Manuel Foffo invece ha rifiutato di chiedere il riesame.
articolo di Andrea B.
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