Pupo si racconta Pupo si racconta

Pupo confessa i traumi del suo passato: quello che ha visto da bambino lo ha segnato per sempre

In un’intervista rivelatrice al Corriere della Sera, Enzo Ghinazzi, meglio conosciuto come Pupo, si apre riguardo gli alti e bassi della sua esistenza, segnata da dipendenze e scelte audaci.

Il cantante toscano non ha mai nascosto le sue battaglie personali, ma in questa occasione va oltre, condividendo aneddoti inediti che gettano luce su aspetti meno noti della sua vita.

La storia di Pupo è segnata, sin dall’infanzia, da eventi che hanno profondamente influenzato il suo percorso emotivo e artistico. La scoperta del tradimento materno a soli 12 anni è un ricordo che lo ha accompagnato per molto tempo, alimentando riflessioni amare sulla fedeltà e le relazioni familiari. Tuttavia, con il passare degli anni, il cantante ha imparato a perdonare e comprendere le complessità umane che caratterizzano ogni famiglia.

Uno degli episodi più curiosi raccontati da Pupo riguarda il tentativo di abbandonare il suo nome d’arte durante la settimana di Sanremo del 1992. Incoraggiato dall’amico Gianni Morandi a liberarsi dell’etichetta “Pupo”, Ghinazzi si presentò sul palco come Enzo Ghinazzi, solo per rendersi conto immediatamente dell’errore commesso. Questo aneddoto simboleggia la difficoltà nel distaccarsi da un’identità pubblica così radicata nel cuore dei fan.

Pupo e i segreti di una vita al limite

Tra i capitoli più bui della vita di Pupo ci sono sicuramente le sue dipendenze dal gioco d’azzardo e dal sesso. Il cantante descrive la sofferenza legata al bisogno compulsivo di giocare d’azzardo come una battaglia ancora in corso, sebbene attualmente sotto controllo (“in sonno”). Anche la dipendenza sessuale viene affrontata con franchezza: momenti di impulso irrefrenabile hanno spesso messo a rischio sia la sua carriera sia le relazioni personali.

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Il racconto di Pupo (ANSA) CronacaeDossier.it

L’intervista tocca anche l’aspetto sentimentale della vita di Pupo. Il cantante parla apertamente delle sue due donne: Anna, sua moglie da quasi cinquant’anni, e Patricia Abati, compagna da trentacinque anni. Questa convivenza sentimentale atipica lo porta a considerarsi un “pioniere” dei poliamori moderni.

Le domande a Pupo offrono uno spaccato intimo su una delle figure più colorate dello spettacolo italiano. Tra successo professionale ed esperienze personali estreme, emerge il ritratto di un uomo che ha saputo navigare tra i guai del passato mantenendo intatta la propria essenza artistica.

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