Meredith Kercher, nuovo capitolo: Guede chiede revisione processo
Dopo l’intricato iter giudiziario per la morte di Meredith Kercher, l’unico condannato per concorso in omicidio Rudy Guede chiede la revisione del processo

Sembra non voler avere fine la vicenda legata all’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto l’1 novembre 2007 a Perugia. È notizia delle ultime ore che Rudy Guede, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’assassinio della giovane studentessa inglese, chiederà la revisione dell’intero processo. Guede è stato infatti condannato con l’accusa di concorso in omicidio. E qui nasce il paradosso: con chi dovrebbe essere in concorso se Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono stati dichiarati innocenti?
L’istanza di revisione verrà presentata attraverso i suoi legali Tommaso Pietrocarlo e Monica Grossi entro luglio alla Corte d’Assise Appello di Firenze. È lo stesso ufficio stampa di Rudy Guede, detenuto nel carcere di Viterbo, a divulgare la notizia. Guede, d’altro canto, si è sempre proclamato estraneo al delitto, indicando Amanda Knox e Raffaele Sollecito come i principali indiziati per l’omicidio di Meredith.
Il cadavere della Kercher, in Italia grazie al progetto Erasmus presso l’Università di Perugia, fu ritrovato l’1 novembre 2007 con una profonda lacerazione alla gola nella propria camera da letto, all’interno dell’abitazione che condivideva insieme ad altri studenti. Proprio l’emorragia conseguente alla ferita, provocata da un oggetto acuminato, fu la causa del decesso. Per l’omicidio fu il cittadino ivoriano Rudy Guede ad essere condannato in via definitiva con rito abbreviato.

L’istanza di riesame da parte di Guede arriva ad un anno dal termine di un iter giudiziario particolarmente travagliato. Nel 2009 in Primo grado, infatti, la cittadina americana Amanda Knox insieme al fidanzato di allora, l’italiano Raffaele Sollecito, furono condannati dalla Corte d’Assise di Perugia come concorrenti nell’omicidio. I due, però, inizialmente individuati come coautori del delitto, furono successivamente assolti e scarcerati dalla Corte d’Assise Appello nel 2011 per non avere commesso il fatto. Nuovamente ritenuti colpevoli nel 2014, furono però definitivamente scagionati nel 2015 dalla Suprema Corte di Cassazione.
La complessità dell’iter e anche la confusione creatasi intorno al caso – che ha avuto enorme risonanza mediatica nel corso degli anni – potrebbero essere un punto a favore di Guede, ma anche un’arma a doppio taglio. Che possano nuovamente essere ribaltate le sentenze degli ultimi sette anni?
articolo di Gianmarco Soldi
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