Il Bonus Maroni, iniziativa pensata dall’ex segretario della Lega Nord, torna anche quest’anno grazie al rinnovo operato dal governo Meloni nell’ultima legge di bilancio.
Questo bonus è stato ideato con l’intento di incentivare i lavoratori a rimanere attivi nel mondo del lavoro, rinunciando ai programmi di pensione anticipata e ottenendo in cambio un ritorno economico sul proprio stipendio da dipendente.
Il Bonus Maroni rappresenta una misura che lo Stato impiega per stimolare i lavoratori a posticipare il momento della pensione, contribuendo così a non gravare sulle casse dell’Inps.
I lavoratori che decidono di aderire a questa iniziativa rinunciano ad alcune forme di pensionamento anticipato, come la Quota 103, beneficiando invece di un incremento dello stipendio grazie all’esonero dei contributi previdenziali destinati all’Assicurazione generale per l’invalidità, le vecchiaia e i superstiti (Ago). Tale esonero può raggiungere il 9,19% dello stipendio mensile.
Il rinnovo del Bonus Maroni nel contesto attuale dimostra la volontà del Governo Meloni di continuare a sostenere chi decide volontariamente di prolungare la propria attività lavorativa oltre l’età prevista per la pensione anticipata, offrendo così un incentivo concreto alla permanenza nel mondo del lavoro.
I benefici derivanti dal Bonus Maroni sono interamente rivolti ai lavoratori sia del settore pubblico che privato. Le aziende non godono infatti di alcun vantaggio diretto da questa normativa poiché i contributi versati rimangono a carico del dipendente. Ciò significa che ogni mille euro guadagnati si potrà godere di circa 90 euro in più ogni mese.
L’Inps ha reso noto il calendario degli accrediti relativi al Bonus Maroni attraverso una circolare ufficiale.
I pagamenti saranno distribuiti secondo le seguenti date:
Per richiedere il Bonus Maroni è possibile rivolgersi direttamente al sito dell’Inps o avvalersi dell’aiuto di un patronato. È necessario essere lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato e soddisfare alcuni requisiti specifici come avere almeno 62 anni d’età e aver accumulato almeno 41 anni di contributi versati. Non devono essere titolari di assegno d’invalidità né avere diritto alla pensione di vecchiaia.
La presentazione della domanda segue procedure ben definite e l’Istituto si impegna a fornire una risposta entro massimo trenta giorni dalla ricezione della documentazione necessaria. Le prime maggiorazioni dello stipendio saranno percepite seguendo le date indicate nella circolare Inps, presupponendo che la domanda sia stata accettata prima delle stesse.
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