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Pensione per chi non ha mai versato contributi: ecco l’importo che ti spetta

Nonostante possa sembrare incredibile, in Italia esiste la possibilità di accedere a una forma di pensione anche per coloro che non hanno mai versato contributi.

Questa opportunità si rivela particolarmente importante per chi, per vari motivi, non ha avuto la possibilità di lavorare o ha svolto attività lavorative non riconosciute ai fini previdenziali. Scopriamo insieme come funziona e quali sono i requisiti necessari.

L’assegno sociale rappresenta una misura di sostegno economico destinata agli anziani che si trovano in una condizione economica disagiata, ovvero senza contributi sufficienti per accedere alla pensione ordinaria.

Questo tipo di prestazione è pensato per garantire un minimo livello di sostentamento a chi raggiunge l’età pensionabile senza aver accumulato diritti sufficienti attraverso il lavoro.

Per il 2024, l’importo dell’assegno sociale è stato fissato in 534,41 euro mensili, erogati per 13 mensilità all’anno. Tuttavia, l’erogazione piena di tale importo è subordinata al rispetto di specifici criteri legati all’età anagrafica del richiedente, alla sua cittadinanza e residenza in Italia e al suo reddito annuo lordo.

Pensione con Zero Contributi: una possibilità reale

Contributi pensione
Pensione contributi (CronacaeDossier.it)

Per poter beneficiare dell’assegno sociale è indispensabile soddisfare alcuni criteri ben definiti:

  • Età: È necessario avere compiuto 67 anni.
  • Cittadinanza: Bisogna essere cittadini italiani.
  • Residenza: È richiesto un periodo minimo di residenza stabile e continuativa in Italia pari a 10 anni.
  • Reddito: Il reddito annuo lordo non deve superare i 6.947 euro nel caso si viva da soli o i 13.894 euro se si vive in coppia.

È importante sottolineare che l’importo pieno dell’assegno sociale viene corrisposto solo se il reddito del beneficiario è pari a zero; qualora invece il reddito sia presente ma inferiore alle soglie indicate, l’importo erogato sarà ridotto a 435 euro al mese.

La riforma Dini del 1996 ha segnato un punto di svolta nella gestione delle pensioni in Italia introducendo il sistema contributivo al posto del precedente sistema retributivo.

Da quel momento, infatti, l’ammontare della pensione viene calcolato moltiplicando i contributi versati durante la vita lavorativa per un coefficiente che varia con l’aumentare dell’età anagrafica del lavoratore.

Tuttavia, grazie all’introduzione dell’assegno sociale si offre una rete di protezione anche a coloro che sono rimasti fuori dal circuito dei contributi previdenziali permettendo loro di accedere comunque a una forma minima ma vitale di sostegno economico nella terza età.

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