Isabella Noventa, parla Debora: «Un’ingiustizia vivere in queste quattro mura»
Nel frattempo Isabella Noventa potrebbe trovare giustizia: entro un mese l’incidente probatorio di Manuela Cacco
Potrebbe essere arrivato il momento della resa dei conti nel caso di Isabella Noventa, la segretaria di Alignasego scomparsa ormai quasi otto mesi fa.
Sebbene non ci siano dubbi sulla morte della 55enne segretaria ancora il corpo non si trova, nonostante i tre sospettati per l’omicidio, la tabaccaia Manuela Cacco e i fratelli Debora e Freddy Sorgato, siano in carcere da diversi mesi. Se i fratelli Sorgato si sono trincerati dietro un assordante silenzio, la Cacco ha confessato agli inquirenti che il materiale assassino di Isabella Noventa è proprio Debora Sorgato, che avrebbe ucciso la segretaria con una martellata alla testa nella cucina della villa del fratello.
Nonostante le analisi dei tecnici non abbiano trovato alcuna traccia che potesse confermare questa versione, il pm Falcone ha sollecitato e ottenuto un incidente probatorio, che si terrà nelle prossime settimane, entro al massimo un mese. Grazie all’incidente probatorio sarà possibile cristallizzare le dichiarazioni della Cacco in attesta del processo, evitando quindi che l’imputata cambi idea o decida di avvalersi della facoltà di non rispondere.
All’incidente probatorio assisteranno anche gli altri due indagati, i fratelli Sorgato. A Manuela Cacco, assistita dall’avvocato Alessandro Menegazzo, verranno poste una serie di domande dal parte del giudice Margherita Brunello, dal pm Giorgio Falcone, dagli avvocati dei Sorgato (Massimo Malipiero e Giuseppe Pavan per Freddy e Carlo Augenti e Roberto Morachiello per Debora) e dall’avvocato del fratello di Isabella Noventa (Gian Mario Balduin).
In attesa che la richiesta dell’incidente probatorio venga accettata dal gip Brunello (dovrebbe essere una formalità) Debora Sorgato ha rotto il suo silenzio, parlando dal carcere dove è detenuta. La donna ha inviato una lettera che è stata letta durante la trasmissione Pomeriggio 5: «È un’ingiustizia vivere in queste quattro mura separata forzatamente da mio figlio per qualcosa che non ho fatto». Non si è fatta attendere la replica del fratello della vittima, Paolo Noventa: «Cerca di impietosire il pubblico, ma non può pretendere di uscire solo perché ha un figlio, visto che qualcosa sa e non vuole dirlo».
articolo di Nicola Guarneri
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