Dossier e Società

Rifiuti tossici e radioattivi scaricati in Somalia

Il traffico di rifiuti tossici e radioattivi vìola i diritti fondamentali dei bambini alla vita, alla sicurezza alimentare e allo sviluppo.

Malgrado molti paesi in via di sviluppo, soprattutto africani, abbiano subìto gli effetti nocivi dello scarico dei rifiuti altamente tossici originati dai paesi industrializzati, il caso della Somalia è particolarmente preoccupante.

Nell’ultimo ventennio la Somalia è stata devastata da una miriade di problemi, tra cui la violenza politica e la protratta guerra civile, la migrazione in massa dei civili colpiti dal conflitto (sia come rifugiati nei Paesi confinanti sia come sfollati interni), la mancanza di leggi e di istituzioni pubbliche, i disastri naturali e il degrado ambientale senza precedenti. A tutto ciò si aggiungono lo Tsunami, la deforestazione, la pesca eccessiva e illegale da parte delle flotte straniere e le operazioni di scarico continuo su larga scala di rifiuti chimici e radioattivi altamente tossici.

Da alcuni dossier di agenzie internazionali ambientaliste come l’UNEP (United Nations Environmental Program), Greenpeace e altre ancora, e da varie inchieste da parte di autorità giudiziarie, emerge che la Somalia sarebbe stata utilizzata dalle industrie occidentali, tra intrecci e connivenze con le organizzazioni di stampo mafioso e i governi, come terreno di scarico per esportare, e quindi nascondere, grandi quantità di rifiuti tossici.

Il Colonialismo tossico

A metà degli anni ’80 era già vittima del cosiddetto “Colonialismo tossico”, ma è solo dopo gli anni ’90 che lo scarico illegale di scorie pericolose in Somalia diventa un fenomeno dilagante. Proprio in quegli anni le parti in guerra avrebbero accettato i rifiuti tossici in cambio di armi e munizioni.

Si intuisce facilmente, quindi, come lo scarico di rifiuti tossici è stato in Somalia uno dei maggiori elementi trainanti della guerra civile che ha rovinato l’intero paese; tutto questo a favore dei governi occidentali che in questo modo “avrebbero risparmiato” miliardi nello smaltimento dei loro rifiuti pericolosi.

Rifiuti tossici illegali (CronacaeDossier.it)

Anche l’Italia avrebbe partecipato a queste operazioni, facendosi aiutare dalla criminalità organizzata, come sarebbe venuto fuori dalle rivelazioni di alcuni boss pentiti e dal Rapporto Ecomafie 2006 di Legambiente. Ci sarebbe tutto questo dietro la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, forse proprio perché “colpevoli” di investigare sulle pratiche illecite guidate dai paesi occidentali in Somalia e di aver scoperto un traffico pesante di armi e rifiuti?

Redazione

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