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Redditometro, notizia choc: altro che addio, scoperta tremenda per molti

Si parla di addio definitivo al Redditometro, ma nessun comunicato di Palazzo Chigi e del Mef lo conferma.

C’è chi festeggia l’addio definitivo al Redditometro, ma lo strumento induttivo del reddito resta, anche se modificato.

A festeggiare la notizia, però, ci pensa Salvini che annuncia lo stop fiscale come una vittoria della Lega. Si parla di superamento definitivo del redditometro, strumento intrusivo di un fisco nemico dei cittadini e dei lavoratori che, da oggi, farà finalmente parte del passato”, ma dal Mef restano cauti.

Qualche mese fa il viceministro Maurizio Leo provò a resuscitare il Redditometro con qualche cambiamento, ma le polemiche costrinsero il Governo a fare marcia indietro e Leo a sospendere la riforma dello strumento. Sospensione e non addio.

Giorgia Meloni, infatti, a 24 ore della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (20 maggio 2024) ha annunciato la sospensione del provvedimento in attesa di approfondimenti in merito.

Redditometro, non è un addio

Ora arriva la risposta definitiva alle domande rimaste in sospeso dopo la retromarcia e arriva l’annuncio di Salvini sulla cancellazione dello strumento; tuttavia non si tratta di una vera cancellazione. Il Redditometro è stato interamente rivisto per approdare all’ultimo Consiglio dei Ministri: l’accertamento induttivo del reddito resta anche se cambia forma.

Non ci è ancora dato modo di sapere le modifiche apportate e in che modo funzionerà l’accertamento del reddito nel dettaglio. Potrà non chiamarsi più Redditometro ma la sostanza non cambia: il suo dovere resterà quello di determinare il reddito in maniera induttiva con un utilizzo meno ampio destinato solo ai casi in cui si accerti l’evasione fiscale.

Redditometro come funziona?
Come cambia il redditometro (CronacaeDossier.it)

Il Parlamento ha chiesto che lo strumento induttivo del reddito venga indirizzato “esclusivamente verso le situazioni che presentano alti livelli di scostamento tra spese e redditi dichiarati”. Questa direzione non si discosta molto da quanto previsto oggi dal Redditometro; tuttavia introduce soglie percentuali per ridurre o eliminare la discrezionalità dell’Agenzia delle Entrate.

L’accertamento induttivo dovrebbe essere messo in campo solo nei casi in cui i contribuenti presentino già precedentemente profili di rischio evasione fiscale. Massimo Garavaglia evidenzia come una abolizione generalista dell’attuale sistema oltre ad incrementare la tutela dei contribuenti permetterebbe un contrasto all’evasione più preciso ed efficace su singoli casi specifici.

Resta da vedere quanto le indicazioni fornite dal Parlamento saranno prese alla lettera nelle future regolamentazioni riguardanti questo “nuovo” strumento d’accertamento reddituale.

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