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Pensione a rischio: devi rispettare questa scadenza oppure te la revocano, c’è poco tempo

Il prossimo 15 settembre rappresenta una data cruciale per molti pensionati italiani, segnando il termine ultimo per la ricostituzione della pensione, necessaria a seguito della mancata comunicazione dei redditi del nucleo familiare.

Questa procedura è indispensabile per evitare la revoca definitiva delle prestazioni pensionistiche da parte dell’Inps, un rischio che incombe su specifiche categorie di beneficiari.

La legge prevede che alcuni pensionati debbano informare l’Inps sui redditi del proprio nucleo familiare. La mancata comunicazione comporta una sospensione della pensione, come stabilito dall’art. 35 comma 10 bis del DL numero 207 del 2008.

Per uscire da questa situazione di stallo, i soggetti interessati devono presentare una domanda di ricostituzione indicando i redditi dal 2020 al 2024. L’Istituto nazionale di previdenza sociale si impegna poi a ripristinare le prestazioni e gli arretrati successivamente alla ricezione delle informazioni corrette.

I pensionati hanno tempo fino al 15 settembre per regolarizzare la propria posizione attraverso la comunicazione dei dati reddituali all’Inps.

Superata questa data senza aver adempiuto agli obblighi richiesti, si verifica automaticamente la revoca delle prestazioni collegate al reddito nell’anno successivo a quello in cui avrebbe dovuto essere presentata la dichiarazione.

Rischio revoca della pensione dal 15 settembre

Non tutti i pensionati sono soggetti a questo obbligo; sono esclusi coloro che hanno già presentato regolarmente la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate.

Pensione che rischio
Pensione, rischio revoca (CronacaeDossier.it)

Tra coloro che invece devono provvedere direttamente con l’Inps troviamo: beneficiari di pensioni integrate al minimo o legate ai redditi (modello RED), soggetti con prestazioni legate all’invalidità (modello AC) e riceventi assegno sociale o sostitutivo (modello ACCAS/PS).

Quest’ultima categoria include anche chi ha trascorso periodi fuori dall’Italia o è stato in stato di ricovero.

La normativa vigente impone quindi ai suddetti gruppi di beneficiari l’onere di informare tempestivamente l’Inps sulla propria situazione reddituale e quella del proprio nucleo familiare entro il termine stabilito annualmente al 28 febbraio.

In assenza di tale comunicazione, viene concessa un’ulteriore opportunità attraverso la procedura di ricostituzione della prestazione entro il fatidico giorno del 15 settembre seguente alla scadenza originaria o comunque nei successivi 60 giorni dalla notifica dell’Inps relativa alla sospensione.

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