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Dossier Garante, i carceri in Sardegna sono davvero allo sbando

Arriva il Dossier Garante per l’affollamento delle carceri della Sardegna di persone malate. La relazione è stata mostrata da Irene Testa in Consiglio regionale.

La situazione sembra diventare complicata dopo che la relazione del 2023 ha mostrato come il sistema sia davvero claudicante.

Il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, Irene Testa, ha presentato la relazione del 2023 di attività del sistema carcerario in Sardegna. Qui sono state evidenziate tutte le criticità del sistema in un dossier di oltre 150 pagine che fotografano da vicino quelle che sono le emergenze più pesanti.

Il problema principale riscontrato non è legato solo al sovraffollamento, anche perché nell’isola ci sono dieci istituti con una capienza totale di 2616 posti e al momento i detenuti sono 2140 per un 82% del totale. Tra questi troviamo 41 donne e 2099 uomini; in totale sono 519 stranieri e 366 tossicodipendenti. Invece 40 sono reclusi in semilibertà.

Anche se il sovraffollamento non è il problema principale questo si registra in tre istituti. Nel carcere di Uta su una capienza di 561 persone ci sono 601 detenuti, a Sassari a Tempio Pausani invece 18 in più dei 454 totali, mentre a Bancali a Cagliari troviamo 29 delle 41 donne totali. Ma andiamo a vedere qual è il problema più serio vissuto dai detenuti.

Problemi nelle carceri sarde

Il Garante ha aperto un dossier per evidenziare quello che è il reale problema delle carceri in Sardegna. Si tratta di un’emergenza sul piano della situazione sanitaria e del disagio psicologico dei detenuti. Inoltre si parla anche di una carenza di figure professionali come psicologi ed educatori. I dati allarmanti sono legati anche al suicidio e al tentato suicidio con Uta come punta massima a fronte di 46 tentativi e 2 deceduti.

Carceri problemi
Problema nelle carceri sarde (CronacaeDossier.it)

Irene Testa ha commentato così quanto accaduto: “Gli istituti di pena in Sardegna sono sovraccarichi di persone malate, questo è il dato che emerge più chiaramente dalle visite ispettive che ho svolto. Ci sono alcuni isituti dove il disagio psichiatrico si registra attorno all’80%, sono tantissimi gli atti di autolesionismo e tentati suicidi, che grazie alla polizia penitenziaria e spesso ai compagni di cella riescono in qualche modo a essere sventati”.

Aggiunge: Si registra pochissima attività lavorativa e le persone che vivono dentro le celle sono molto spesso dei tossicodipendenti, con gravi fragilità, persone che non dovrebbero stare in una cella perché non possono essere curati dentro una cella”. Vedremo quello che accadrà in un percorso su cui si deve riflettere per migliorare.

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