A gennaio 2025, i pensionati italiani potranno aspettarsi un aumento delle loro pensioni grazie alla rivalutazione, un meccanismo che aggiusta gli importi degli assegni in funzione dell’andamento dell’inflazione.
Questo adeguamento è cruciale per mantenere il potere d’acquisto dei pensionati in linea con l’aumento del costo della vita.
Nonostante la certezza dell’aumento, permangono diverse incertezze riguardanti il calcolo preciso per l’adeguamento al costo della vita.
La normativa attuale prevede il ritorno al metodo originario di calcolo della rivalutazione, stabilito dalla legge n. 448 del 1998. Tuttavia, questo sistema è stato raramente applicato nella sua forma originale a causa delle modifiche introdotte nei vari anni dai diversi governi.
L’introduzione di regole più stringenti da parte dell’ultimo governo Meloni ha visto una riduzione degli importi della rivalutazione per le pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo.
Questa misura dovrebbe cessare alla fine del 2024, aprendo la strada a regole più favorevoli e possibilmente a maggiori aumenti delle pensioni nel 2025.
Se non ci saranno ulteriori proroghe o modifiche, la prossima rivalutazione sarà effettuata seguendo le regole più generose previste dalla legge originaria.
Ciò potrebbe tradursi in aumenti significativamente maggiori rispetto agli ultimi anni, soprattutto considerando che il tasso di inflazione previsto non dovrebbe richiedere ulteriormente interventi restrittivi.
La legge n. 448 del 1998 prevede una perequazione completa (100%) per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo di pensione e percentuali decrescenti per importi superiormente maggiorati.
Il cosiddetto “metodo Meloni” ha invece applicato una percentuale uniformemente ridotta all’85% su tutto l’importo della pensione, indipendentemente dalla sua grandezza.
Stando alle stime presentate nel Documento di economia e finanza (Def) per il 2024, l’inflazione attesa all’1,6% permetterebbe incrementi variabili in base all’importo della pensione secondo i criteri originali di calcolo della perequazione: da un aumento mensile lordo di €16 su una pensione da €1.000 fino ad arrivare a incrementi maggiori su assegni più consistenti.
In conclusione, questo scenario rappresenta un punto cruciale sia per i futuri che gli attuali pensionati italiani; essenziale sarà seguire attentamente gli sviluppi normativi nei prossimi mesi.
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