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Si può mandare via di casa il figlio del partner? Arriva il clamoroso chiarimento

Mandare fuori di casa il figlio del partner è possibile, ma soltanto a determinate condizioni: quando è legale?

Quando si decide di andare a convivere con il proprio partner si possono creare situazioni piuttosto spiacevoli, soprattutto se il partner in questione ha uno o più figli che rimarranno a vivere con la coppia.

Può infatti capitare che i figli decidano di non lavorare, non studiare e di farsi mantenere anche se non stanno attivamente cercando di raggiungere l’indipendenza economica. Sul lungo periodo una situazione del genere può diventare insostenibile, soprattutto per chi non è genitore naturale del figlio o dei figli in questione ma si trova obbligato a pagare le spese di mantenimento.

Anche se di solito si riesce a gestire la situazione arrivando a mediare tra tutte le esigenze, può capitare che si arrivi ai ferri corti e che uno dei due genitori decida di cacciare il figlio fuori di casa. Non sempre è possibile, almeno dal punto di vista legale.

Quando si può cacciare di casa un figlio ‘fastidioso‘?

Quando ci si trova nella situazione di voler cacciare di casa un figlio pressoché nullafacente la domanda più importante che bisogna porsi è la seguente: a chi appartiene la casa in cui la famiglia sta abitando? Si tratta di un dettaglio fondamentale, dal quale dipenderà l’evolversi della vicenda.

Se la casa appartiene al genitore naturale del figlio,sarà lui ad avere l’ultima parola, quindi il partner non potrà fare nulla per imporre la propria volontà. Al contrario, se la casa appartiene al partner di chi ha il figlio, allora avrà il diritto di cacciare di casa una persona che ritiene sgradita, anche se non ha mezzi di sussistenza. Se infine la casa appartiene ad entrambi i partner o è presa in affitto, sarà sempre il genitore naturale del figlio ad avere l’ultima parola.

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Si può cacciare di casa anche un figlio non proprio – cronacaedossierit

La legge stabilisce infatti che il genitore abbia il dovere di mantenere il figlio minorenne o maggiorenne fino al compimento dei 35 anni di età. Dopo, anche se il figlio non è ancora in grado di mantenersi da solo pur essendo in salute e abile al lavoro, il genitore può rifiutarsi di continuare a mantenerlo.

Questo significa che se la casa è di proprietà del partner e se il figlio in questione ha più di 35 anni, allora il partner del genitore naturale del ragazzo potrà effettivamente cacciare il figlio di casa. Se viene a mancare anche una sola di queste condizioni, il figlio non potrà essere messo alla porta.

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