Il vulcano Stromboli, situato nelle isole Eolie, ha recentemente manifestato una nuova e intensa attività parossistica.
Questo evento si verifica a pochi giorni di distanza dall’innalzamento dell’allerta al livello rosso da parte della Protezione Civile, il massimo grado di allerta per il vulcano siciliano.
Alle 14:07, un forte boato è stato distintamente avvertito dalla popolazione anche fuori dall’isola, seguito dall’innalzamento di un’imponente colonna eruttiva accompagnata da un flusso piroclastico dai crateri sommitali del vulcano.
Il materiale espulso è ricaduto in buona parte verso il mare lungo la Sciara del Fuoco, proseguendo per decine di metri prima di arrestarsi dopo circa 3 minuti.
In risposta all’eruzione, le persone sono state fatte allontanare dal mare in via precauzionale. Nonostante l’intensità dell’evento, non si sono registrati danni a edifici o persone ferite.
Tuttavia, l’allerta rimane alta soprattutto considerando il recente allentamento delle misure restrittive per i visitatori dell’isola vulcanica stabilito il giorno precedente l’eruzione.
L’eruzione dello Stromboli rappresenta un ulteriore promemoria della dinamica naturale dei sistemi geologici italiani e della necessità continua per le autorità competenti e la popolazione locale di mantenere elevati standard di preparazione ed efficienza nelle misure precauzionali e nel monitoraggio degli eventi vulcanici.
Situazione critica a Stromboli
Concomitante al parossismo eruttivo, la rete di sorveglianza dell’Osservatorio Etneo dell’INGV ha registrato un tremore sismico che ha raggiunto livelli molto alti.
Questa attività sismica è stata associata a una serie di esplosioni del vulcano durate complessivamente 8 minuti. Successivamente la situazione è rientrata e al momento non si segnala alcun rischio tsunami.
La recente attività dello Stromboli non rappresenta un’anomalia ma piuttosto una caratteristica peculiare del comportamento del vulcano.
I parossismi sono infatti periodiche intensificazioni dell’attività vulcanica che per lo Stromboli è praticamente costante e a bassa intensità (definita appunto “stromboliana”).
Durante questi eventi più intensi si verificano eruzioni più violente con espulsione di cenere, lapilli e blocchi rocciosi; aumenta anche la probabilità della formazione di frane che possono innescare maremoti.
È importante evidenziare che quanto sta accadendo allo Stromboli è completamente scollegato sia dalla recente attività dell’Etna sia dai terremoti avvenuti nei Campi Flegrei legati al fenomeno del bradisismo. Sebbene entrambi i fenomeni abbiano natura vulcanica, Stromboli e Campi Flegrei sono due realtà geologiche distinte con origini dinamiche e camere magmatiche differenti.