Vicolo buio: omicidio o suicidio? Vicolo buio: omicidio o suicidio?

David Rossi, quelle foto inedite di un suicidio che non convince

Gli indumenti della vittima, la ricostruzione dell’accaduto e le anomalie che rendono il caso David Rossi una morte da approfondire.

Siena, 6 marzo 2013 ore 20:40. Un telefono che squilla, una voce disperata di donna, una frase: «Presto correte, David è morto». Eterni attimi in cui la lucidità scompare, attimi in cui ci si trova proiettati in un incubo confuso, senza comprenderne il perché. Poi una corsa dritti verso il centro della città, verso la Rocca Salimbeni, cuore del potere economico della Banca Monte dei Paschi di Siena; informazioni confuse ed ancora un’ultima corsa, questa volta in un vicolo stretto e bagnato dalla pioggia.

In quel vicolo cieco, su quelle lastre infradiciate da acqua e sangue c’è un corpo piombato giù dal terzo piano. È il cadavere di David Rossi, capo comunicazione di MPS. Un inquirente raccoglie il portafoglio di David e lo mostra ai familiari, poi li fa avvicinare al corpo. David è sdraiato di schiena, caduto di spalle dalla finestra del suo ufficio, i piedi che guardano il muro.

Per gli addetti ai lavori non ci sono dubbi: si tratta di un suicidio all’apparenza confermato da 3 biglietti strappati e accartocciati scritti da David Rossi, recuperati dal cestino del suo ufficio da un inquirente presente in loco e con la stampa messa subito al corrente del loro ritrovamento. È l’inizio di un incubo e con ancora una domanda irrisolta: perché? Riavvolgiamo letteralmente il nastro di qualche manciata di minuti. Sì perché un nastro esiste veramente, è quello della telecamera di sicurezza della banca installata nel vicolo di Monte Pio, ed ha registrato tutto, la caduta di David, la sua agonia, i suoi ultimi respiri, insieme alle ombre e le luci di quel tragico 6 marzo 2013.

Sono circa le ore 19:42 quando la telecamera di sicurezza riprende la caduta di David Rossi. Il timer sulla telecamera indica le 19:58, ma è stato ipotizzato che questo fosse avanti di circa 16 minuti rispetto all’orario corretto. Il corpo cade verticalmente rasentando il muro. Prima di impattare a terra la schiena è perfettamente perpendicolare al selciato, la mano destra abbandonata lungo il fianco mentre il braccio sinistro si estende verso il cielo, in direzione della finestra.

Poi un colpo sordo sulle lastre, il corpo che si contrae e rimbalza una volta fermandosi al centro del vicolo. Da quel momento le gocce di pioggia inzuppano i vestiti di David e bagnano il suo viso. Per quasi venti minuti David respira, muove le braccia, le alza e le porta al volto. Nel frattempo la porta del suo ufficio è aperta, la luce è accesa. Lo riferirà agli inquirenti una collega di David, che terminato il suo turno di lavoro alle 20:05 circa stava transitando di fronte all’ufficio di Rossi per recarsi all’uscita della banca.

Pochi minuti dopo, la prima persona che arriva nell’ufficio di David è il suo amico e segretario Giancarlo Filippone, mandato dalla moglie di Rossi a verificare perché il marito ancora non ha fatto rientro a casa. Insieme a Filippone c’è Carolina Orlandi, la figlia della moglie di David. Giunti sul corridoio notano la porta dell’ufficio di David chiusa e la luce spenta. Filippone entra nell’ufficio, nota la finestra aperta, si affaccia e vede David sdraiato sulla strada del vicolo di Monte Pio. Sul davanzale della finestra c’è una sbarra e sotto questa sbarra ci sono tre fili antivolatile collegati a delle molle sforzate, forse le ha rotte David salendo con i piedi sul davanzale prima di gettarsi nel vuoto.

 

Se ipotizziamo un suicidio, una volta salito sul davanzale David deve aver passato una gamba oltre la sbarra, poi passando anche l’altra gamba deve aver compiuto una rotazione del suo corpo trovandosi quindi con la faccia rivolta verso l’ufficio. A questo punto un piccolo salto all’indietro e il suo corpo precipita a candela nel vuoto. Ma se David avesse messo i piedi sopra ai fili antivolatili questi sarebbero poi ritornati nella loro posizione originale, non si sarebbero forse rotti come si evidenzia dalle foto. Forse può essere andata diversamente, forse c’è stata una colluttazione, David è semisvenuto, qualcuno trascina il suo corpo facendolo passare tra il davanzale e la sbarra, sforzando le molle dell’antivolatile per poi lasciarlo precipitare nel vuoto.

Il passaggio al di sotto della sbarra potrebbe essere compatibile con le lesioni repertate sul viso e sulle braccia di David così come le lacerazioni della camicia (che già durante la caduta risulta essere fuori dai pantaloni di David), forse procurate dallo sfregamento contro il perno di fissaggio delle persiane e dal telaio in legno della finestra stessa. Sotto la finestra è installato un fan coil bianco che si presenta integro nella sua parte superiore e non sembra che possa essere servito a David per salire sulla finestra di sua spontanea volontà. Eppure sarebbe stato un comodo scalino per poter salire sul davanzale.

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