Luca Varani, resta il mistero del killer: troppo sangue sulle armi
Il RIS non è riuscito a ricavare le impronte digitali dei due killer di Luca Varani a causa del troppo sangue sulle armi del delitto
Nemmeno gli ultimi esami di laboratorio hanno chiarito chi ha inferto il colpo mortale a Luca Varani, il 23enne ucciso nella notte fra il 3 e il 4 marzo scorsi in un appartamento a Roma dopo un festino a base di alcol e droghe.
Una storia controversa quella dell’omicidio di Luca Varani: ci sono i killer, ma non si sa chi l’abbia ucciso. Rei confessi sono infatti Marco Prato e Manuel Foffo, i due autori del massacro. Ormai le dinamiche della serata sono abbastanza chiare: i due, sotto effetto di stupefacenti, avrebbero voluto provare ad uccidere qualcuno «per vedere che effetto fa».
Le indagini sono tuttavia ferme al momento della confessione. O meglio, semi-confessione: entrambi gli assassini infatti scaricano la colpa sull’altro, incolpando il complice di aver inferto il colpo mortale. La matassa sembrava potesse sbrogliarsi con le indagini dei carabinieri del RIS che tuttavia non hanno portato a nulla: le armi utilizzate per torturare e uccidere Luca Varani erano infatti sporche del sangue della vittima in quantità talmente elevata da rendere impossibile risalire a una qualsiasi impronta digitale.
Il quadro della Procura ovviamente non cambia e il pm Francesco Scavo non ha dubbi su chi siano gli autori del delitto; tuttavia le analisi sul martello e sul coltello utilizzati per uccidere Luca Varani non hanno portato nessun indizio utile. Nemmeno l’analisi dei telefoni dei due indagati ha portato a qualche prova (come l’esistenza di uno snuff movie, ipotesi azzardata qualche tempo fa). Restano solo da attendere i risultati degli accertamenti medico-legali, che tuttavia tardano ad arrivare.
Va ricordato che in seguito all’esame tossicologico sul cadavere di Luca Varani sono state ritrovate tracce di cocaina e ghb, la famigerata “droga dello stupro”, particolare che potrebbe aggravare la situazione dei due imputati portando il Pm ad accusarli, oltre che di omicidio, anche di premeditazione.
articolo di Nicola Guarneri
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