Laggiù tra il ferro, l’avvocato Gentile racconta la detenzione
Il viaggio dell’avvocato Nicodemo Gentile tra le sofferenze del microcosmo penitenziario: un libro che racconta le esperienze di reclusi eccellenti

Questo libro parla di un viaggio. Può sembrare un paradosso considerando che racconta le storie di chi invece è costretto dalle sentenze “In nome del popolo italiano” ad esser recluso. Ma il viaggio invece c’è eccome: un viaggio tortuoso, doloroso e che cambierà la prospettiva di quella cosa spesso invocata, violata e vilipesa che è il carcere.
Nicodemo Gentile è un avvocato cassazionista molto noto al pubblico che ne apprezza insieme all’indiscussa abilità forense la sua umanità. Ed è proprio scavando dalle sue esperienze di legale impegnato in tantissimi processi dalla risonanza mediatica eccezionale come quello per l’assassinio di Meredith a Perugia o il delitto dell’Olgiata. Ed è proprio questa sua capacità di leggere oltre le carte di un processo che lo ha portato ad impegnarsi in iniziative filantropiche e a prendere penna e carta per scrivere Laggiù tra i ferri – Storie di vita, storie di reclusi (Imprimatur edizioni). «Un libro che ho scritto non per raccontare le vicissitudini processuali dei detenuti» dice l’autore: «Piuttosto per far capire come funziona il sistema carcerario, come passano i loro giorni all’interno, quali pensieri affollano la loro mente e con che spirito affrontano la loro vita dietro le sbarre».

Un libro lontano dalla retorica che spiazza per sapienza e umanità, un’opera per dirla con le parole di Massimo Picozzi che ne ha curato la prefazione che è preziosa perché «per conoscere il carcere, chi lo abita se non entrandoci e passandoci del tempo». Un’operazione che è riuscita benissimo a Nicodemo Gentile, che ha ascoltato le parole di Salvatore Parolisi, condannato per l’omicidio della moglie Melania, di Winston Manuel Reyes condannato per l’omicidio dell’Olgiata e per tanti altri che hanno affidato le loro speranze e le loro storie, insieme ad esse ragionando di permessi premi, di ergastolo e di 41 bis.
Un libro che si legge d’un fiato, che ci accompagna nell’inferno terreno senza sconti di pena per i protagonisti e neanche per chi legge, un libro necessario per tutti quelli che nella cronaca si dibattono per professione o per passione. Un libro che racconta la verità.
articolo di Mauro Valentini
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