Isabella Noventa, «l’ennesima beffa»
Corpo introvabile nonostante l’utilizzo di cani specializzati nel soccorso alpino: fino a quando si continuerà a cercare il cadavere di Isabella Noventa?

Il corpo di Isabella Noventa non può essere svanito nel nulla, ma neanche si può pensare di continuare a cercare in eterno. È questo il dilemma dinanzi al quale si trovano ora gli inquirenti che ormai da mesi utilizzano mezzi tra i più disparati per dare una soluzione sulla fine di Isabella Noventa. Ieri mattina altre ricerche, stavolta con l’ausilio dei cani del soccorso alpino, ben due squadre della guardia di finanza del Trentino Alto Adige.
L’esito è negativo, come sempre da quattro mesi, e la speranza cede pian piano il posto all’amarezza e alla rabbia. Ieri mattina sono state battute due nuove zone, ovvero i campi intorno alla villetta di Freddy Sorgato (alle spalle di un cantiere) e un’area nei dintorni del fiume Brenta. Anche stavolta nessun risultato. Ma fino a quando sarà possibile continuare in questa ricerca considerando che i luoghi possibili, a quanto si conosce oggi, sono stati sostanzialmente già battuti?

Gli inquirenti sono intenzionati a continuare e non meno determinata è la famiglia di Isabella Noventa, soprattutto nella persona del fratello Paolo che ha rilasciato alcune dichiarazioni riprese dal quotidiano Il Mattino di Padova. «Sono mesi che cerchiamo il corpo di mia sorella senza avere la minima collaborazione di quei tre, e io, mia mamma, e tutta la mia famiglia siamo sempre più stanchi e arrabbiati» ha detto Paolo Noventa parando di vera e propria beffa, aggiungendo l’intento di continuare «a cercare senza sosta. […] L’unica cosa che in questo periodo mi rincuora è la vicinanza della gente che mi ferma per strada e mi dà forza e conforto».
Tuttavia la famiglia sa bene che non si potrà cercare all’infinito. Gli inquirenti dovranno porre un punto alle ricerche e decretarne la fine, probabilmente in coincidenza con le risultanze sui reperti biologici individuati nei pressi di casa Sorgato, come nella camera da letto dell’uomo e sulla carriola rinvenuta nel garage della villa.
Se da quest’ultimi accertamenti dovesse emergere che almeno sulla carriola c’era il sangue di Isabella Noventa, allora sarebbe concretamente ipotizzabile un trasporto del cadavere della donna. Di fatto, con una carriola non si può andare molto lontano avendo un cadavere da trasportare. Il corpo di Isabella Noventa sarebbe stato portato perciò poco distante dalla villa. Sì, ma dove?
articolo di Giulio Bini
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ma non viene voglia di appenderli per i piedi a testa in giu’ per vedere se aprono la bocca?
ma non e’ assurda questa facolta’ di non rispondere? Per me dovrebbe essere, una volta stabilita’ la colpevolezza come in questo caso, un’aggravante della pena!!!!