Caterina Abbattista, respinta la richiesta di scarcerazione
Caterina Abbattista, la madre di Gabriele Defilippi, reo confesso per l’assassino di Gloria Rosboch, dovrà restare in carcere
Resterà in carcere Caterina Abbattista, la madre di Gabriele Defilippi, accusato di avere ucciso la professoressa Gloria Rosboch lo scorso gennaio con l’aiuto dell’amante e complice Roberto Obert.
Accusata per concordo in omicidio, Caterina Abbattista, attraverso i suoi legali, gli avvocati Erica Gilardino e Matteo Grognardi, aveva presentato un’istanza di scarcerazione presso il Tribunale del riesame di Torino. È notizia delle ultime ore che i giudici hanno respinto l’istanza: la donna dovrà quindi restare in carcere, nonostante si sia sempre proclamata innocente e durante i mesi passati dietro le sbarre l’abbiano provata profondamente.
La battaglia giudiziaria è stata quindi vinta dal procuratore Giuseppe Ferrando, che si è sempre opposto alla scarcerazione della donna. Decisive in tal senso sono state le dichiarazioni di due testimoni, ovvero quella del figlio minore di Caterina Abbattista e quella di Sofia Sabouh, ex fidanzata di Gabriele Defilippi.
La tesi difensiva non è quindi andata a buon fine. Secondo gli avvocati Gilardino e Grognardi sarebbero venuti meno gli indizi raccolti da Procura e carabinieri soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti di Caterina Abbattista, ricostruiti dai legali attraverso i tabulati telefonici e le celle agganciate dal suo telefonino in quel fatidico 13 di gennaio.
La palla torna ora all’accusa che dovrà decidere come proseguire, se continuare con il concorso in omicidio o cambiare strategia dopo che le confessioni di Gabriele Defilippi hanno escluso un qualsiasi tipo di coinvolgimento della madre. Defilippi avrebbe descritto in un lungo interrogatorio la morte della professoressa, spiegando di essere aiutato solamente da Roberto Obert. D’altronde il giovane non ha avuto altra scelta al di fuori della confessione, dopo che le analisi del RIS avevano confermato la sua presenza nell’auto di Obert al momento dell’omicidio.
articolo di Nicola Guarneri
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